Coaching! Il
manager allenatore
(II post) Il coach si auto-valuta.
Un coach
che sia all'altezza del proprio compito ha il dovere di valutare il proprio
livello di competenza. Fotografa con onestà i propri limiti e ci lavora con
serietà, impegno e dedizione. Non si insegna agli altri quello che non si sa
fare ….
E' vendere fumo!
Ancor più grave è se un collaboratore agitando le mani e spazzando la nuvola di fumo ci coglie in…braghe di tela!
E' vendere fumo!
Ancor più grave è se un collaboratore agitando le mani e spazzando la nuvola di fumo ci coglie in…braghe di tela!
Anche
qui una riflessione….non si deve essere perfetti …si deve essere consapevoli
dei propri limiti, accettarli e, per quanto possibile, superarli…e poi…
A
proposito se si hanno dei limiti (tutti ne abbiamo) ricordiamo di non
pretendere dagli altri la perfezione…
un coach chiede ai suoi uomini di fare del loro meglio… di dare tutto
quello che hanno… e perché no… fare in
modo che lo diano con entusiasmo e….lo diano insieme!
Elementi di
auto-valutazione
- Presento in modo pieno e chiaro ai miei collaboratori i dettagli della loro mansione?
- Spiego con esattezza cosa mi aspetto dall'esercizio della loro mansione? (risultati presumibili, target minimi/necessari, tempi e modi….)
- Espongo con chiarezza qual’ è il loro lavoro e come e dove si inserisce nel contesto globale del processo che li riguarda facendoli sentire degna componente di un meccanismo complesso che ha bisogno di loro e dei loro risultati?
- Definisco, con il loro aiuto, obiettivi misurabili e realistici?
- Di questi obiettivi offro un sistematico riscontro?
- Stimolo adeguatamente i miei collaboratori affinché diano il meglio di se?
- Ascolto con attenzione le loro ragioni e prendo gli opportuni provvedimenti?
- Stimolo a sufficienza il lavoro di gruppo e la mutua assistenza nelle difficoltà lavorative?
- Stimolo sufficientemente la loro creatività e provvedo a concretizzarla con le iniziative necessarie tralasciando la critica e le osservazioni critiche su qualche idea eccessivamente……ardita?
- Mi congratulo per i loro successi in maniera piena e entusiasta?
- Quando il collaboratore non raggiunge i risultati attesi propongo un’analisi costruttiva ed un piano di recupero condiviso?
In
un manuale che si rispetti probabilmente si proporrebbe una tabella valutativa
e un’analisi dei risultati….. io preferisco credere che questo mestiere non sia
fatto di pagelle e di numeri ma di concetti….Ognuno di noi ponendosi queste
domande con seria onestà potrà individuare le proprie deficienze e provare a
porvi rimedio.
Un’ultima
osservazione un coach ha il rispetto dei propri uomini quando è sempre un passo
avanti a loro, insegna un lavoro che ha fatto prima lui o che impara a fare
insieme a loro o che ha contestualizzato in modo chiaro ( lo so fare, quando lo
imparo con te lo faccio alla pari se non meglio, se non ho il tempo o non serve
che lo sappia fare so organizzarlo e ne riconosco il valore, la necessità e
l’esatta collocazione nei processi), da l’esempio su tutto…concentrazione,
applicazione, dedizione……
Non
si può pretendere dagli altri quello che in prima persona non si è capaci di
dare.
Se avrete voglia e pazienza
vi verrò a “sfruguliare” presto con un nuovo post.
Alla prossima!
( Post non didattici ma espressione di esperienza lavorativa ultra-trentennale di lavoro, scritti e divulgati da persona non professionista della divulgazione ne dell'insegnamento. Hanno titolo di opinione personale maturata sul "campo" )
( Post non didattici ma espressione di esperienza lavorativa ultra-trentennale di lavoro, scritti e divulgati da persona non professionista della divulgazione ne dell'insegnamento. Hanno titolo di opinione personale maturata sul "campo" )
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