martedì 8 dicembre 2015

Coaching! Il manager allenatore (II post) Il coach si auto-valuta.


  Coaching!  Il manager allenatore



(II post)  Il coach si auto-valuta.


Un coach che sia all'altezza del proprio compito ha il dovere di valutare il proprio livello di competenza.  Fotografa con onestà i propri limiti e ci lavora con serietà, impegno e dedizione. Non si insegna agli altri quello che non si sa fare ….
E' vendere fumo! 
Ancor più grave è se un collaboratore agitando le mani e spazzando la nuvola di fumo ci coglie in…braghe di tela!
Anche qui una riflessione….non si deve essere perfetti …si deve essere consapevoli dei propri limiti, accettarli e, per quanto possibile, superarli…e poi…                       
A proposito se si hanno dei limiti (tutti ne abbiamo) ricordiamo di non pretendere dagli altri la perfezione…   un coach chiede ai suoi uomini di fare del loro meglio… di dare tutto quello che hanno… e perché no…  fare in modo che lo diano con entusiasmo e….lo diano insieme!



Elementi di auto-valutazione

  • Presento in modo pieno e chiaro ai miei collaboratori i dettagli della loro mansione?
  • Spiego con esattezza cosa mi aspetto dall'esercizio della loro mansione?  (risultati presumibili, target minimi/necessari, tempi e modi….)
  • Espongo con chiarezza qual’ è il loro lavoro e come e dove si inserisce nel contesto globale del processo che li riguarda facendoli sentire degna componente di un meccanismo complesso che ha bisogno di loro e dei loro risultati?
  • Definisco, con il loro aiuto, obiettivi misurabili e realistici?
  • Di questi obiettivi offro un sistematico riscontro?
  • Stimolo adeguatamente i miei collaboratori affinché diano il meglio di se?
  • Ascolto con attenzione le loro ragioni e prendo gli opportuni provvedimenti?
  • Stimolo a sufficienza il lavoro di gruppo e la mutua  assistenza nelle difficoltà  lavorative?
  • Stimolo   sufficientemente  la  loro  creatività  e  provvedo a concretizzarla con le iniziative necessarie tralasciando la critica e le osservazioni critiche su qualche idea eccessivamente……ardita?
  • Mi congratulo per i loro successi in maniera piena e entusiasta?
  • Quando il collaboratore non raggiunge i risultati attesi propongo un’analisi costruttiva ed un piano di recupero condiviso?

In un manuale che si rispetti probabilmente si proporrebbe una tabella valutativa e un’analisi dei risultati….. io preferisco credere che questo mestiere non sia fatto di pagelle e di numeri ma di concetti….Ognuno di noi ponendosi queste domande con seria onestà potrà individuare le proprie deficienze e provare a porvi rimedio.

Un’ultima osservazione un coach ha il rispetto dei propri uomini quando è sempre un passo avanti a loro, insegna un lavoro che ha fatto prima lui o che impara a fare insieme a loro o che ha contestualizzato in modo chiaro ( lo so fare, quando lo imparo con te lo faccio alla pari se non meglio, se non ho il tempo o non serve che lo sappia fare so organizzarlo e ne riconosco il valore, la necessità e l’esatta collocazione nei processi), da l’esempio su tutto…concentrazione, applicazione, dedizione……

Non si può pretendere dagli altri quello che in prima persona non si è capaci di dare.

Se avrete voglia e pazienza vi verrò a “sfruguliare” presto con un nuovo post.


Alla prossima!

( Post non didattici ma espressione di esperienza lavorativa ultra-trentennale di lavoro, scritti e divulgati da persona non professionista della divulgazione  ne dell'insegnamento. Hanno titolo di opinione personale maturata sul "campo" )



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