martedì 1 febbraio 2022

Disarmonia


"Non hai talento ma una smodata passione ...
Ti auguro una vita che ti regali musica ogni giorno ... "
Non c'è parola per quel dolore ...  
Da quel giorno dominare la passione alla ricerca di un talento è stato l'imperativo!
Sempre alla ricerca del meglio di me ...
Ma ora che il tramonto si appresta a chiudere questa giornata fatta di fatica e delusioni alla costante ricerca di un motivo di successo riscopro il vero senso di me ... Dopo tanti suoni disarmonici  un'armonia rincorre le note dell'anima ... Uno strumento a corda vibra le corde del cuore risuonando nella cassa armonica di me stesso ... Quanta inutile fatica la ricerca di una sciocca rivincita ...  Tutta colpa di un no ... 
Uto vibra le corde del violino e ne esce un suono che ruba il cuore e lo porta via ... Lontano dai fallimenti ... Dai successi ... Dagli amori ... Dagli odii ... E libra nell'aria un'armonia che riempie l'universo ... Un suono che ha dato origine al mondo ... Il Big Bang primordio che questa bestia di uomo non riesce più a sentire coperto dagli inutili rumori di una vita buttata nel niente ... Anarmonica ... anaffettiva ... Analfabeta ...
La smania di un inutile correre quando basterebbe fermarsi ... Sedersi a gambe incrociate ed ascoltare l'armonia interiore ... Non sarà il suono più bello ne quello che stupirà il mondo ma sarà il Mio ... Quello che sono ... Innamorato di quello che posso esprimere ... Senza superlativi ... Ne applausi ... Ne successi ... Ne pubblico adorante .... Io e me stesso in armonia ... Sai avrei dovuto dirtelo ... Ma non ero capace di farlo allora oggi si ... Grazie!
Per molto tempo non ho capito ...
Ora quella passione la trovo nella mia armonia  che risuona nella musica che mi riempie il cuore ogni giorno ...

mercoledì 29 gennaio 2020

Etica

Mai come in questo particolare momento storico ed economico, questo termine ha bisogno di essere indagato e assimilato nella sua accezione più vera e reale.
La Treccani on-line definisce l'etica in questo modo: 
" In senso ampio, quel ramo della Filosofia che si occupa di qualsiasi forma di comportamento umano, politico, giuridico o morale; in senso stretto, invece, l'etica va distinta sia dalla politica sia dal diritto, in quanto ramo della filosofia che si occupa più specificamente della sfera delle azioni buone o cattive e non già di quelle giuridicamente permesse o proibite o di quelle politicamente più adeguate. "
Questa ultima considerazione distrugge ogni dubbio e straccia qualsiasi perplessità. Parliamo di azioni buone o cattive non di quelle giuridicamente permesse o proibite o, ancor peggio, di quelle politicamente adeguate.
Queste affermazioni sembrano essere regno proprio di Jacques II de Chabannes de La Palice ma ... no! 
E' veramente urgente metabolizzare il concetto di etica in tutti i contesti del vivere moderno e ancor più in quello del lavoro. L'etica dovrebbe permeare la lettura dei doveri e dei diritti e attraverso la sua applicazione regolamentare i rapporti fra datori di lavoro e lavoratori,  lavoratori e svolgimento delle proprie mansioni, rapporti fra le varie componenti delle gerarchie interne. 
Ahimè! 
"Houston abbiamo un problema!"






giovedì 11 luglio 2019

L'errore più grande che l'uomo può commettere è cercare lontano quello che ha dentro di se.

Il faticoso cammino di crescita che accompagna il nostro divenire negli anni è lastricato di strade diverse, a volte sentieri ... altre volte autostrade a tre corsie ... passando per ripidi sentieri di montagna o solinghe passeggiate sulla battigia. 
Difficile a dirsi cosa muove questa continua necessità di muoversi, cercare, esplorare, scappare, tornare e ... perdersi.
Ognuno da la sua risposta a questo continuo andare, ognuno una diversa angolazione della propria inquietudine, ognuno un diverso modo di cercare ... qualcosa.
Le mete raggiunte ed i posti visti creano un album fotografico dei ricordi, che diventano racconti poi ... lontane memorie. 
Ma alla domanda " dove ti ha portato questo continuo vagare? " la risposta cambia con l'età.
Scoprire il mondo! Cercare il mio futuro! Provarmi in nuove avventure! Sfidare me stesso! Conoscere gente interessante! Godere la vita ... che si vive una volta soltanto .............

Io credo che alla base ci siano due motivi:
1) Fuggire da qualcosa
2) Cercare qualcosa
e comunque sia, in entrambi casi, un vago senso di disequilibrio personale che cerca una compensazione. 
Tralasciando situazioni estreme di fuga da guerre, disastri, condizioni di forte disagio sociale o privato ... parlo di quell'andare senza un perché che nasconde un cercare ... continuo ... inquieto che si nasconde in mille cause e ragioni ma che nella sua sintesi si può esprimere ... semplicemente in ... cercare se stessi.
E perché cercarlo altrove, noi siamo in noi stessi, fragili esseri alla ricerca di una ragione o meglio una spiegazione del nostro esistere.
Intere generazioni di filosofi si sono posti le domande della vita e generazioni di povere anime come me hanno percorso le strade di questo mondo cercandosi ... 
Cercando una verità che è lì ... nemmeno ad un passo ... in se.
Tutte le  risposte alle nostre domande sono in noi, nell'intimo della nostra natura che calpestiamo, laceriamo, dimentichiamo a beneficio di risultati futili, esteriori che poco hanno a che vedere con le necessità essenziali .... abbiamo confuso le cose ... le apparenze ... il potere ... il sesso ... con l'ESSERE. 
Cerchiamo lontano le risposte perché abbiamo paura di sentire da vicino le domande ... domande retoriche che immaginano risposte immaginifiche tralasciando ... volutamente  ... la possibilità che quelle giuste siano semplici, banali, vicine ... anzi ... dentro.
Quand'è l'ultima volta che ci siamo posti davvero la domanda  " Dove sono io?".
Non il luogo, il momento o il contesto ma ... "Dove sono io ?"
Inteso come l'espressione più vera del proprio essere scevro da condizionamenti, paure, obiettivi esteriori ...
"Dove sono io?"
Scavando in quella immensa discarica di pensieri indotti, convenienze sociali, compromessi, pragmatismi, arrivismi, qualunquismi ... buttando via e sputando fuori tutto questo in un angolo troveremo un bambino rannicchiato con la testa appoggiata sulle ginocchia che si guarda intorno spaesato.
Quello è rimasto di noi ... in questo bailamme quotidiano di inutili ipocrisie abbiamo perso la nostra meta.
Non abbiamo bisogno di cercare lontano per trovare quello che è dentro di noi e che dobbiamo imparare a far crescere sano e vigoroso ... il nostro più intimo essere che sa riconoscere cosa è giusto e cosa è sbagliato, perché la vita è in bianco e nero e non esistono tutti quei grigi che vogliono farci credere esistere ... anzi ... essere necessari.
Il mio intento non è insegnare qualcosa ne tanto meno dare l'impressione di chi ha capito tutto della vita e di se, non ho manuali da scrivere ne ricette miracolose da vendere.
Io ho fede nell'uomo ... nella sua capacità di raggiungere il fondo e di darsi la spinta per risalire e credo che l'unica medicina non sia da ricercare fuori ma ... dentro di se.
Un novello naturalismo essenziale che riscopri i valori dell'essere che abbiamo dentro, da sempre, inchiodati sulle pareti dello stomaco che riconosce subito un errore ... chissà perché!

Buona vita


lunedì 3 dicembre 2018

La disumanizzazione dell:ambiente di lavoro

La "disumanizzazione" dell'ambiente di lavoro ...
Non sono più un ragazzino e osservo il mondo intorno a me come un rincorrersi di fatti e di esperienze che mi vedono sempre meno coinvolto perché non riesco più a sentirle mie ... troppo diverso il passo ... troppo diversa l'etica e le finalità ... esasperante la competizione ...
una continua lotta di gladiatori nell'arena della vita e del lavoro. Ricordo che quarant'anni fa si parlava con timore della robotizzazione  dei contesti lavorativi ... "Io robot" di Asimov dava il via alle tre leggi della robotica e una pletora di scrittori di fantascienza costruirono su queste una infinita serie di perversioni e malversazioni che innescarono in tutti noi la convinzione che il futuro era dei robot che prima o poi avrebbero controllato il mondo... menti semplici ed impressionate da una tecnologia emergente e velocissima che creava timore e rendeva ignoto il futuro ... Col senno di poi oggi viviamo un presente fortemente tecnologico e sempre più automatizzato ben lontano dal concetto di robotizzazione di Asimov ma certamente con sviluppi che hanno stravolto il nostro quotidiano. Ma se,  al momento, la disumanizzazione del lavoro non e' causata dai robot viviamo lo stesso questa realtà grazie all'uomo ad ai suoi comportamenti. Si tende a spezzare, nel contesto lavorativo la socialità ... comunicare in ufficio e' scrivere mail, nemmeno più telefonare (bisogna lasciar traccia degli accordi presi che possono altrimenti essere sconfessati) e questo anche se si e' vicini di scrivania ... la cultura del comando gerarchico passa attraverso la gestione del potere ... coltivando fra i propri collaboratori i meno confliggenti e quelli più disposti ad obbedire senza discutere ( salvo ritrovarseli attaccati alla giugulare alla prima occasione propizia) poco importa se questi ultimi spesso latitano di etica e di competenza ... sono braccio armato del potere del momento pronti a rivolgere le armi contro i  propri padroni appena questi mostrano cenni di cedimento. Non esiste più il confronto esperienziale fra il vecchio ed il nuovo lavoratore ... esiste sempre più una generazione di nuove menti che costruiscono il futuro delle aziende rinchiuse in torri di avorio inavvicinabili dalle quali partono gli impulsi vitali di un nuovo mondo che sempre più sa di antico ... generazione di caste che prevalgono per imposizioni di progettualizzazioni e comandi che si allontanano sempre di più dal territorio operativo ... che inventano realtà inesistenti salvo falsificare test e regole per raddrizzare grossolani errori per poi miseramente implodere sulle proprie balle. Io vivo ancora del romanticismo dei sognatori che inseguivano la logica di un riscatto sociale per se stessi e per il proprio territorio natio ... che puntavano innanzi tutto al rispetto personale e alla conoscenza delle proprie maestranze... del ruolo vero di capo ... quello che crea ricchezza per se e per tutti in un contesto etico corretto ... Romanticismo di altri tempi quando uomini e cose prevalevano per competenza e non per scorciatoie di potere. Dividi et impera, tutti contro tutti in una guerra al massacro che avvicina ai vertici sempre più ipocriti e sempre meno competenti.

domenica 5 novembre 2017

La mia azienda ideale? Notte stellata di Van Gogh !




Si!
La mia idea di azienda ideale è  l'incredibile e bellissimo quadro di Van Ghogh!
Un'azienda  ideale cresce piano, come somma di milioni di accurate pennellate che formano lentamente l'immagine di assieme ... un processo che ha in se il ritmo della lentezza, della pazienza... tracce inferte alla tela a volte di fretta .. altre con calma ... per poi allontanarsi e valutarne  da lontano l'effetto.  
Anche il risultato finale ha un perché...  perso nella follia del sogno. 
Van Gogh spaccò la logica dei colori traghettando l'idea di colore legata all'impressionismo trasformandola in un  caleidoscopio di colori vivi e vitali pieni della totale follia di un uomo che aveva raggiunto il sublime concetto del colore come espressione di vita ed emozioni. 
Un'azienda di successo ha la stessa paziente genesi ...  ogni particolare è pennellato con pazienza creando atmosfere di cura e ricerca del particolare, pennellando e correggendo, allontanandosi di qualche passo per vedere l'effetto d'insieme e correggere a volte solo una sottile sfumatura ...  perché  è  dalla cura del particolare e dalla sua follia che nasce la perfezione.
I processi, i flussi, le persone, i mezzi, le macchine ... un'armonia di movimento e di colore che deve trovare il giusto regista ... che lavori senza fretta alla ricerca della realizzazione dell'immagine mentale,...del sogno ... del risultato pensato ed agognato!
In questo approccio folle i punti fermi sono quelli che  hanno sempre  contrassegnato i successi:
Il sogno.... di realizzare qualcosa che va al di la del guadagno ma coglie l'aspirazione di una vita;
La pazienza ... di rendere partecipe di questo sogno le persone che scegliamo di avere intorno;
Il genio ... di predisporsi alla creazione di una realtà che sia diversa ... una musica che si contraddistingua da tutte le altre, che pure ci sono. Una sonorità unica e non bieca imitazione altrui;
L'orgoglio ... di mostrarsi fuori dal coro e di avere una cultura d'insieme sia all'interno che verso l'esterno.
Non è romantica visione di una realtà surreale è il desiderio di restituire al lavoro la dignità di un esercizio professionale e l'orgoglio di una visione di riscatto sociale per tutte le componenti dell'organizzazione lavorativa.
Tutto è in funzione di tutti, del cliente che non va fregato ma fornito, del dipendente che va premiato e correttamente retribuito, di un titolare che assume il rischio dell'imprenditoria inseguendo un proprio sogno e ricavandone un giusto compenso, di un contesto sociale e naturale che non subisca un impatto negativo da questa realtà imprenditoriale ma ne risulti arricchito e rivalutato. 
Insomma ... Notte stellata!


martedì 5 settembre 2017

L’inverno sta arrivando!


L’inverno sta arrivando!

Stavo faticosamente salendo verso il rifugio a più di 2400mt quando la fatica e la difficoltà di respirare mi ha costretto a fermarmi per riprendere fiato. Uno straordinario squarcio di natura si stagliava davanti a me e vette che arrivavano a 3300 mt davano l’esatta dimensione della mia inutilità. Un essere piccolo e meschino in un teatro di immensa imponenza che riaffermava l’esatta mia prospettiva e ridicolizzava paure ... aspirazioni ... desideri … davanti a me ciò che è stato ieri, ciò che è oggi, ciò che sarà domani ... quando nemmeno la polvere rimarrà di me.
In questo squarcio di immenso ho proiettato quello che rappresento (io piccola cosa)  in  questo schifo di mondo che la mia generazione ha contribuito a generare!

 Disperati contro disperati!

Migliaia di afflitti e manipolati disposti a perdere la vita in uno stretto mare di morte simbolo della vergogna di un mondo che non riesce a distribuire equamente ricchezza e benessere e che per tenere lontano questa disgraziata umanità ha brigato e complottato … di contro … un castello di carta di questa civiltà del benessere che sta afflosciandosi nell' ipocrisia generale.
Un manipolo di  corrotti e incapaci tesi solo alla gestione dei propri interessi ha pian piano incancrenito tutti i sistemi – paese. 
Nessun paese è scevro da questa pestilenza culturale!
La cultura del consumismo ha invaso anche le menti più nobili ... non mi riferisco al consumismo delle cose ma ... delle persone! … Usate e gettate via come brandelli di stoffa lacera.
Non c’è dignità in una civiltà che costringe metà della popolazione del mondo a vivere con meno di 1$ al giorno lottando quotidianamente contro la fame e le malattie!
Non c’è dignità in una civiltà che costringe un’altra corposa fetta di questa umanità a combattere la guerra quotidiana del sopravvivere per pagare le rate della macchina, della casa, del cellulare e lasciarsi convinti, a fine vita, di aver vissuto!
Tutto questo perché uno stretto manipolo di persone possa avere patrimoni immensi a discapito delle moltitudini. Il delirio di onnipotenza di povere anime che distruggono uomini, società, natura e risorse per accumulare patrimoni che non potranno mai godere fino in fondo e di cui, spesso, non conoscono l’entità.
Ma … il potere si nutre di se stesso … da sempre!

Senza uno scopo né una ragione!
E noi piccoli esseri pavidi ... vassalli sciocchi per una briciola del banchetto … costi quel che costi, per salvaguardare se stessi …  la propria famiglia … in una lotta di esseri piccoli per piccoli domini.
Quando è incominciato tutto questo? Quando abbiamo smesso di seguire i fulgidi esempi di una umanità che ha visto altre grandezze? Quando abbiamo incominciato a credere che un IPhone fosse un qualcosa a cui sacrificare giornate di vita? Quando il bello è diventato moda …  tale che ciò che è bello quest’anno è risibile il prossimo … come se la bellezza fosse un prodotto con scadenza!  
Tutta questa filosofia su cui si regge la nostra odierna espressione di civiltà è terreno sdrucciolevole come i sassi che fanno parte integrale di questo sentiero che sto percorrendo e che mi ha già visto miseramente scivolare con il sedere per terra.
I nostri pensieri sono piccoli come il rapporto che ho verso questa grandezza che mi sovrasta e non sarà la capacità, non mia, di raggiungere le vette e di piantarci su una bandiera a farci diventare padroni di quello che non può essere posseduto.
Non è la materialità che costruirà la nostra grandezza ma quella immensa interiorità che abbiamo smarrito … molto più grande di qualsiasi montagna, di qualsiasi ricchezza … la capacità di ritrovare la vera essenza dell’uomo … quella forza che secondo Darwin ci ha portato dall'essere scimmia a diventare uomo, che per i cristiani ha portato Dio a farci a sua immagine e così via .. per i maomettani, i confuciani, e gli uomini di qualunque fede e professione.

L’unico comune denominatore è … un trascendente che abbiamo venduto per un televisore al plasma!

Dei tanti battibecchi, sbattimenti di professionalità, polemiche e bisticci ne sono piene Tv  … Media  … Social … non sarebbe il caso di incominciare ad uscire fuori da questo sciocchezzaio e ritrovare quello che abbiamo davvero nelle vene?

Cosa?

Un sangue comune … un sentire di pace e benessere condiviso perché in ognuno di noi c’è un malessere che pulsa … una voce che dice che tutto questo è sbagliato … un desiderio di trascendere questa materialità alla ricerca di un benessere dell’animo …  una voglia di … insieme … che ha bisogno solo di trovare un progetto comune … siamo tutti stanchi di questo che vediamo intorno … vorremmo tutti vivere in pace una vita operosa e dignitosa … non è vero che non ce né per tutti …dobbiamo solo decidere che redistribuirlo non deve necessariamente portare ricchezza a qualcuno e che la grande quantità di materialità posseduta non ha alcun significato senza la condivisione …
Non è utopia è dare valore all’uomo e non alle cose … si può e si deve fare altrimenti per questa umanità … si … io credo che…

L’inverno sta arrivando!

domenica 30 luglio 2017

Quella difficile strada che porta alla coerenza!

Non c’è guida.
Non c’è tracciato.
Indicazioni inesistenti.
Se digiti sul tuo navigatore non trovi il tragitto più breve …
La strada che porta alla coerenza è lastricata di tentativi, tanti falliti … tanti abbozzati e abbandonati …
Troppo difficile immaginare che la strada della coerenza è semplicemente  dritto avanti a te!
La coerenza è il concetto d’inizio poi … è tutta una conseguenza!
Diventa difficile il cammino quando le sirene della convenienza e dell’opportunismo ti chiedono di svoltare, a volte a destra, a volte a manca ... se potessi alzarti in volo e seguire quelle false piste vedresti una strada che si avviluppa su se stessa in una spirale che sprofonda verso il basso … un baratro di perdizione dove solo un ballo in maschera può dare senso al tuo proseguire.
Bisogna avere coraggio e avere la barra dritta, consumare le scarpe in un cammino lungo e paziente, a volte in salita su montagne asperrime, con la neve che pulisce l’aria cadendo e si poggia sui pensieri e sulle emozioni e li raffredda con il suo calare dolce e dondolante … 
A volte ti costringe a scendere in una rapida discesa che ti conduce alle rive del mare della tranquillità ...
Sempre … avverti il senso di inadeguatezza!
Non riesci a spiegarti perché inizi con una folla che ti attornia come alla maratona  di  New  York  e poi sono solo pochi a raggiungere il traguardo … 
Tutto quello che incontri per strada ti consiglia scorciatoie, trucchi, “passaggi agevolatori” …
Perché fare tanta fatica per non raggiungere altro che il misero risultato di un vivere interiore ed esteriore fatto di collimazione etica che spesso non ti lascia altro fra le mani che … niente?
Quand’è che Avere ha vinto su Essere dando la risposta definitiva a Fromm?