La "disumanizzazione" dell'ambiente di lavoro ...
Non sono più un ragazzino e osservo il mondo intorno a me come un rincorrersi di fatti e di esperienze che mi vedono sempre meno coinvolto perché non riesco più a sentirle mie ... troppo diverso il passo ... troppo diversa l'etica e le finalità ... esasperante la competizione ...
una continua lotta di gladiatori nell'arena della vita e del lavoro. Ricordo che quarant'anni fa si parlava con timore della robotizzazione dei contesti lavorativi ... "Io robot" di Asimov dava il via alle tre leggi della robotica e una pletora di scrittori di fantascienza costruirono su queste una infinita serie di perversioni e malversazioni che innescarono in tutti noi la convinzione che il futuro era dei robot che prima o poi avrebbero controllato il mondo... menti semplici ed impressionate da una tecnologia emergente e velocissima che creava timore e rendeva ignoto il futuro ... Col senno di poi oggi viviamo un presente fortemente tecnologico e sempre più automatizzato ben lontano dal concetto di robotizzazione di Asimov ma certamente con sviluppi che hanno stravolto il nostro quotidiano. Ma se, al momento, la disumanizzazione del lavoro non e' causata dai robot viviamo lo stesso questa realtà grazie all'uomo ad ai suoi comportamenti. Si tende a spezzare, nel contesto lavorativo la socialità ... comunicare in ufficio e' scrivere mail, nemmeno più telefonare (bisogna lasciar traccia degli accordi presi che possono altrimenti essere sconfessati) e questo anche se si e' vicini di scrivania ... la cultura del comando gerarchico passa attraverso la gestione del potere ... coltivando fra i propri collaboratori i meno confliggenti e quelli più disposti ad obbedire senza discutere ( salvo ritrovarseli attaccati alla giugulare alla prima occasione propizia) poco importa se questi ultimi spesso latitano di etica e di competenza ... sono braccio armato del potere del momento pronti a rivolgere le armi contro i propri padroni appena questi mostrano cenni di cedimento. Non esiste più il confronto esperienziale fra il vecchio ed il nuovo lavoratore ... esiste sempre più una generazione di nuove menti che costruiscono il futuro delle aziende rinchiuse in torri di avorio inavvicinabili dalle quali partono gli impulsi vitali di un nuovo mondo che sempre più sa di antico ... generazione di caste che prevalgono per imposizioni di progettualizzazioni e comandi che si allontanano sempre di più dal territorio operativo ... che inventano realtà inesistenti salvo falsificare test e regole per raddrizzare grossolani errori per poi miseramente implodere sulle proprie balle. Io vivo ancora del romanticismo dei sognatori che inseguivano la logica di un riscatto sociale per se stessi e per il proprio territorio natio ... che puntavano innanzi tutto al rispetto personale e alla conoscenza delle proprie maestranze... del ruolo vero di capo ... quello che crea ricchezza per se e per tutti in un contesto etico corretto ... Romanticismo di altri tempi quando uomini e cose prevalevano per competenza e non per scorciatoie di potere. Dividi et impera, tutti contro tutti in una guerra al massacro che avvicina ai vertici sempre più ipocriti e sempre meno competenti.
lunedì 3 dicembre 2018
La disumanizzazione dell:ambiente di lavoro
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